Lettera al Consiglio d’Istituto


Rodano, 3 ottobre 2013

Al Consiglio di Istituto Dell’ICS Leonardo Da Vinci Settala Rodano

Egregi membri del CdI,

la mattina del 25 settembre ho accompagnato a scuola i miei figli, come sempre in bici; mi è venuta incontro una ausiliaria della scuola primaria dicendo che le bici dei bambini non possono essere più custodite all’interno del giardino scolastico, ma eventualmente lasciate in strada.

Io, milanese di nascita rifugiato in provincia, non potevo credere che in un paese “verde” come Rodano, ancora a dimensione di uomo (e quindi di bicicletta), in un territorio così adatto alla mobilità alternativa all’automobile, ci potesse essere spazio per un divieto di questo tipo.

Dalla gentile signora Mariangela mi è stato trasmesso il Regolamento di Istituto, così come recentemente riformato: “Non è consentita l’entrata negli spazi scolastici, interni ed esterni, con biciclette”, si legge, insieme ad altri divieti abbastanza singolari, tra cui quello di entrare con i passeggini.

Qui vorrei proporre un breve ragionamento. È pacifico che il divieto di entrare negli spazi scolastici, anche esterni, con biciclette, costringe le famiglie “a due ruote” ad una scelta secca tra lasciare le bici in strada o utilizzare un altro mezzo di trasporto (i pattini a rotelle? lo skateboard? No, la cara vecchia automobile, la più amata dagli italiani).

Non c’è dubbio che il nuovo divieto introdotto funzioni da deterrente rispetto all’utilizzo della bicicletta negli spostamenti quotidiani da e per la scuola.

Parcheggiare la bici nell’ampio giardino, in aree peraltro a suo tempo allestite proprio per questo scopo, ha un grande valore simbolico ed educativo per il bambino, che entra e ricovera la “sua” bicicletta” nella “sua” scuola. Così facendo, è come se la “sua” scuola lo incoraggiasse ad usare la “sua” bicicletta.

Farei notare che la bici non è solo un mezzo di trasporto ma un caposaldo di uno stile di vita più sostenibile, di cui la scuola, in quanto istituzione, ha il dovere di farsi promotrice.

È peraltro noto che si moltiplicano le attività e i progetti di promozione dell’uso delle due ruote da parte delle istituzioni italiane ed europee.

In Italia esiste una legge, la Legge 19 ottobre 1998, n. 366 (“Norme per il finanziamento della mobilita’ ciclistica”), che all’art. 10 assume quale principio quello di “promuovere ed incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto”.

Il Ministero dell’Ambiente e la FIAB hanno elaborato il progetto “Bimbimbici”, che ha per obiettivo “la promozione della bicicletta come mezzo di trasporto nei percorsi casa scuola[…] e nel tempo libero, nonchè di tutti gli altri mezzi ecosostenibili (pedibus, car pooling, mezzi pubblici)”. Il progetto riguarda specificamente le attività legate ai percorsi sicuri casa-scuola (principale azione del progetto).

In Italia diversi Comuni (tra i più importanti Milano, Brescia, Reggio Emilia, Monza,  Cremona, Ivrea, Parma ed altri) hanno istituito il Bicibus:  vengono predisposti itinerari stabiliti messi in sicurezza dal Comune. I bambini si recano con la loro bicicletta alla fermata più vicino casa, dove li attendono i volontari e gli altri bambini per proseguire verso la scuola. Al ritorno uguale. Solo in caso di pioggia viene sospeso. In genere al Bicibus vengono affiancate anche delle iniziative e laboratori di educazione alla mobilità sostenibile, sugli stili di vita, sull’alimentazione.  La bicicletta in questo modo viene intesa come visione educativa per una città educante e ci sono tanti i vantaggi. I bambini con il Bicibus possono scoprire luoghi della loro città fino ad allora sconosciuti, possono vivere meglio il quartiere dove vivono, viene facilitata la socializzazione con altri coetanei, vanno a scuola più motivati sapendo di andare in bicicletta. Inoltre non trascurabile è l’effetto  importante che si ha sulla loro psiche e sul loro corpo. I bambini infatti specialmente ad una certà età hanno bisogno di fare movimento per combattere problemi di obesità precoce.

L’Unione europea promuove il progetto ViaNova, al quale in Italia aderiscono i comuni di Trento e Bolzano. L’obiettivo di Via Nova è di sensibilizzare la collettività, nell’ambito di azione dei Paesi partner, a diminuire l’utilizzo dei mezzi di trasporto privati, incentivando gli spostamenti a piedi o in bicicletta nella consapevolezza che il movimento sia un grande fattore di salute e di qualità della vita.

L’ULSS (la nostra ASL) di Verona, in chiave di prevenzione e diffusione di stili di vita salutari, promuove e incentiva l’uso della bicicletta (http://prevenzione.ulss20.verona.it/bambini_iniziative.html). Il presupposto è che in Italia 1 bambino su 3 e’ in sovrappeso e solo 12 bambini su 100 fanno attivita’ fisica tutti i giorni.

L’Associazione per la Lotta alla Trombosi (ALT) informa che basterebbe andare a scuola camminando o in bicicletta tutti i giorni per veder migliorare in modo significativo i parametri cardiometabolici nei bambini, e ridurre i fattori di rischio per le malattie da trombosi.

La scienza conferma: uno studio scientifico condotto in Danimarca, su 43 bambini delle scuole elementari che non utilizzavano abitualmente la bicicletta per andare a scuola, ha dato importanti risultanze. I bambini sono stati divisi in due gruppi: 20 hanno continuato ad andare a scuola con i mezzi abituali, e 23 hanno iniziato ad andarci in bicicletta. In 8 settimane i bambini che hanno cominciato ad usare la bicicletta hanno avuto un miglioramento del 50% dei parametri di valutazione del rischio vascolare quali pressione, peso, glicemia e colesterolo. Questo studio per la prima volta ha documentato in modo scientifico che l’uso della bicicletta comporta un miglioramento significativo dei parametri cardiometabolici nei bambini. Andare a scuola camminando o pedalando potrebbe risultare una soluzione semplice ma efficace ai fattori di rischio per le malattie da trombosi. La migliore medicina e’ un’attivita’ fisica abituale.

Invece, ogni anno l’Europa spende 196 miliardi di euro per infarto, ictus cerebrale, embolia, trombosi venose e arteriose. Il 54% per costi diretti legati alla cura di queste malattie, ricoveri in ospedale, esami e farmaci, e il 46% per i costi indiretti, da mancata produttivita’ e spese sostenute dalle famiglie per l’assistenza ai malati.

Ecco, come si può vedere, le nostre istituzioni più attente promuovono la mobilità ciclabile, che in Italia è ancora assai fragile a causa dei molti ritardi culturali e infrastrutturali.

La mobilità sostenibile è avversata da potenti gruppi economici organizzati. È un germoglio tenero e delicato, che può crescere ma può anche venire estirpato facilmente. Ogni piccolo contributo positivo è perciò prezioso ed essenziale. Allo stesso modo ogni piccolo ostacolo che va ad aggiungersi agli altri è potenzialmente determinante in senso negativo.

Devo dire con dispiacere che il vostro divieto, quale che ne sia la ragione (non fornita), è uno di questi ostacoli.

Spiace che sia un organo composto da insegnanti e genitori ad aver preso tale decisione. Spiace ma non sorprende, dato che posso testimoniare il fatto che sono ancora pochissime le persone che si recano a scuola, per accompagnare i figli o per lavorare, in bicicletta. A riprova della debolezza e del ritardo culturale che il nostro paese sconta sulle questioni della sostenibilità.

In ogni caso, sarebbe sufficiente rovesciare l’ordine di priorità da voi assegnato (prima qualcos’altro, poi la mobilità sostenibile) per trovare altre soluzioni percorribili. Se lo si vuole lo si può fare.

Grazie dell’attenzione.

Cordialità.

Lettera Firmata

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