Bye-bye, Leonardo!


In concomitanza con Rodano in festa 2019 si è concluso il ciclo intitolato “Leonardo a Rodano” sotto l’egida della Pro Loco e il patrocinio del Comune.

L’intento dichiarato era di inserirci (un po’ presuntuosamente, ebbene sì) nelle celebrazioni svolte in tutto il mondo per il cinquecentenario della sua morte. Al tempo stesso abbiamo cercato di differenziarci, vuoi per l’ovvia consapevolezza di non poter competere con tanti autorevoli enti, vuoi, soprattutto, per “ridare aria e respiro” a un genio che, prima di essere tale, era un uomo con le sue luci, le sue ombre, i suoi successi e i suoi errori. Un approccio, insomma, teso ad avvicinare, a risvegliare affetto oltre che ammirazione, se non soggezione.

Il ciclo era cominciato in marzo,  con Nell’antro di Leonardo: la “ex-biblioteca” e l’aula magna della Scuola media hanno ospitato i modelli funzionanti delle macchine da guerra realizzati dal soresinese Enzo Poli in una mostra allestita con il gruppo “Un’ondata di modellismo”; un piccolo spaccato  della sua vita quotidiana con la fantesca Maturina (Elena Moretti e Lauro Maiani) nello studio arredato dalla Contraddanza e arricchito dalla presenza di suoi membri in costume; i lavori dei piccoli della scuola materna, incluso uno straordinario “bimbo vitruviano”; un suo ponte costruito dagli scout; il servizio d’onore a cavallo del gruppo R&D; il ristoro con gli Amici di Rodano… Una squadra che in realtà non è stato difficile chiamare a raccolta: che sia stato perché piaceva l’idea di “togliere un po’ di muffa” a un talento così tanto italiano, così profondamente nostro?

Nel contempo è stato lanciato il mini-concorso di scrittura fantasy immaginando che Leonardo, durante i soggiorni a Milano e Vaprio d’Adda, sia passato da Rodano. Grazie all’adesione delle loro insegnanti, i ragazzi della scuola media hanno vistosamente battuto gli adulti per 41 a 3…. Tutti  hanno ricevuto un attestato di partecipazione e gli elaborati sono stati inclusi in un libretto che è stato donato alla scuola e alla Biblioteca. Soprattutto per la massiccia presenza di ragazzi, si è deciso in tal modo di evitare classifiche premiando tutti; tuttavia, alla fine di Rodano in festa, è stato letto l’elaborato decisamente particolare di Gennaro Aprea: una lettera in “fiorentino aulico” che Leonardo avrebbe scritto all’amico Sandro Botticelli raccontandogli di una sua “disavventura” rodanese culminata con un suo celebre ritratto femminile, la Scapigliata.

Per favorire la partecipazione al concorso e per dare un certo fondamento storico alla fantasia, nel contempo cercando di suscitare amore per il nostro paese, il 17 maggio, in Biblioteca, si è tenuta una serata dal titolo Rodano ai tempi di Leonardocon la presenza e l’avallo di Domenico Barboni, il conoscitore più approfondito del territorio. A dispetto di quanti sostenevano che, a quell’epoca, qui non c’era nulla, si è visto che già esistevano realtà tuttora presenti, tra le quali le chiese di Lucino e Cassignanica (ovviamente con un aspetto diverso da oggi) e alcune cascine “nobili”. Addirittura ce n’era una di proprietà dei Melzi d’Eril, la famiglia che ospitò Leonardo a Vaprio e alla quale apparteneva Francesco Melzi, suo allievo prediletto che lo seguì fino all’ultimo: possibile che i due non ci abbiano fatto almeno una capatina insieme? Era quella che i rodanesi da più vecchia data conoscevano come Cascina Arrigoni e che ora ha lasciato il posto alle abitazioni, per intenderci, sulla strada per il Viridea. C’erano persino due importanti stazioni di posta, a Pobbiano e Trenzanesio, sulla strada che Leonardo deve avere sicuramente percorso nei suoi spostamenti.

A proposito di fantasy, è noto che Leonardo scrisse favole con animali anche immaginari. Per ricordarlo, Il 14 settembre, secondo giorno di Rodano in festa, nel parco di Via Venezia a Millepini, il giovanissimo artista rodanese Ivan Crescini ha curato un laboratorio di disegno di draghi con il supporto di Debora Persico. I ragazzi, ai quali era dedicato, si sono impegnati e divertiti tantissimo! Ivan, che aveva già partecipato alla mostra collettiva dello scorso 18 maggio, si unirà a Debora Persico, Marcella Bonfanti e altre artiste per i laboratori per bambini che si terranno in biblioteca: un ottimo “acquisto”, dunque, che speriamo serva da esempio per tanti giovani un po’ “latitanti”…

Torniamo indietro di un giorno per il clou del progetto: un vero e proprio spettacolo rappresentato il 13 settembre all’Ottagono, riaperto solo per l’occasione e agghindato e pavesato con gli stendardi del nostro Palio, amorosamente conservati dagli amici della Contraddanza, e con altri arredi scenici. Il contributo di questo gruppo, unico sopravvissuto al Palio, è stato a dir poco determinante per l’intero ciclo: senza di loro, nulla o quasi di tutto ciò che è stato realizzato per Leonardo sarebbe stato possibile. In questa circostanza, dalla ripulitura del locale da polvere e ragnatele (già, l’hanno fatto loro), all’allestimento, al supporto tecnico di Lauro Maiani con sua strumentazione, alle danze, alcune delle quali appositamente studiate dal loro “capitano” Alessandro Mattioni e ad altro ancora, hanno costituito un motore inestimabile.

Il titolo, Leonardo, l’uomo che venne dal futuro – un ponte fra i secoli e le dimensioni lasciava presagire il tema, ossia un viaggio un po’ surreale, pur se in chiave computeristica, nello spazio- tempo: due impiegati dell’”ufficio incarnazioni” della “dimensione altra” impersonano il “chip mente” (scienza, tecnologia, logica) e il “chip cuore” (immaginazione, arte, senso del sacro e del mistero) che vengono dati a tutti gli umani, per vedere quanti di loro li usano entrambi. In passato ce ne sono stati diversi, tra i quali, evocati sulla scena, Ipazia di Alessandria, Einstein, Albert Schweitzer, Gaetana Agnesi e soprattutto lui, Leonardo, che più di ogni altro ha saputo spaziare in ogni ambito non solo del sapere. Si dice che sia colui che ha usato più funzionalità cerebrali di ogni altro e che noi ne usiamo, nelle stime migliori, meno del 10 percento…

La parte recitativa era affidata al Gruppo I Recitarmangiando condotto da Elena Moretti e composto da lei stessa, Orelio Durzini, Paolo Lazzarini, e Ramona Nardulli. I testi erano di Gabriella Campioni, Maria Luisa Pizzuti ed Elena Moretti.

L’ipotesi alla base del progetto era ed è che collegare i due “chip” possa costituire una chiave per affrontare in modo costruttivo e creativo le attuali sfide senza precedenti e dunque che Leonardo possa insegnarci qualcosa di utile, vivo e praticabile oggi, al di là dell’ammirazione che continua a suscitare in tutto il mondo. A ispirarci una mentalità inclusiva e olistica, superando quella parcellizzante che tuttora imperversa.

E così, bye-bye, Leonardo, il nostro progetto si conclude qui. Ma se, nell’empireo nel quale ti trovi, hai potuto percepire anche solo una briciola dell’affetto e dell’impegno che abbiamo messo in tutto ciò, dacci una mano, insegnaci e aiutaci a creare un nuovo Umanesimo… Ce n’è tanto bisogno, non solo a Rodano…

Gabriella Campioni

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Il fotomontaggio con Leonardo che cammina sulla Muzzetta è opera di Piera Cicognani. Leonardo aveva inventato anche un modo per camminare sull’acqua…

Una Risposta

  1. Grazie ..grazie

    Immenso lavoro di tanti …grande ammirazione per voi tutti.
    Isabella

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