Paesaggio e municipio


LETTERA ALLA REDAZIONE

Durante l’estate ho letto un saggio di grande interesse che mi è stato regalato da cari amici rodanesi. Il titolo è ”Tutta questa bellezza”. Esso raccoglie articoli, lezioni, conferenze e numerosi altri scritti del fondatore e presidente del FAI, l’Architetto Renato Bazzoni (1922-1996). Egli è stato un grande urbanista, docente, ambientalista, etologo, paesaggista, e persino ottimo fotoreporter.

La cosa più sorprendente è che i suoi scritti, fin dagli anni 60, sono attualissimi nel senso che ha anticipato e suggerito soluzioni, ancora negli anni in cui ancora nessuno parlava a livello italiano e internazionale dei problemi legati all’ambiente, al clima e all’inquinamento derivante dalla corsa all’industrializzazione e alla edilizia (speculativa) di quel periodo. Solo negli ultimi 10 anni si è cominciato a parlare a livello della gente comune, soprattutto al cambiamento del clima che constatiamo quasi ogni giorno in qualsiasi stagione. Anche la famosa Conferenza di Rio de Janeiro, che ha dato luogo al successivo Protocollo di Kyoto, risale alla fine del secolo scorso (dicembre 1997).

Perché paesaggio e municipio? Uno degli argomenti ampiamente trattati da Renato Bazzoni è il paesaggio che è appunto la base di tutto il saggio.

In sintesi l’Architetto lo definisce come “il risultato del sovrapporsi dell’opera della natura e di quella dell’uomo”, con un significato molto più complesso rispetto al sentire comune di “bellezza naturale”,

Bazzoni infatti stabilisce una classificazione dei vari paesaggi che riassumo brevemente:

  • paesaggio naturale, ove “predomina lo stato di natura originale ed i segni dell’attività dell’uomo non ci sono, oppure sono insignificanti”
  • paesaggio agricolo, che è “opera dell’uomo con l’uso di elementi naturali, alberi, erba, grano, siepi, verdure, canalizzazioni”, cui aggiungo per esempio i fontanili della pianura padana
  • paesaggio rurale, cioè “il paesaggio esterno alla città”, non coltivato, per esempio quello sterile, incolto, ma ove vi possono essere costruzioni sparse, capannoni, casette, ville, strade, ecc.
  • paesaggio urbano, “cioè la città, che è l’opposto del paesaggio naturale, dove predomina l’opera dell’uomo e i segni della natura sono spariti, salvo alcune tracce, come i giardini e piccoli parchi urbani”.

Vorrei evidenziare che l’Articolo 9 della nostra Costituzione, nel secondo comma, recita: “La Repubblica……tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Così vengo alla nostra sede del Municipio.

Essendo nato agli inizi degli anni 30, ho vissuto da bambino l’epoca della politica di Mussolini di fascistizzare la società ed ha creato l’Opera Nazionale Balilla (1926) per i bambini e i giovani. Il dittatore ha anche cercato di eliminare la forte influenza che la Chiesa deteneva da decenni nell’educazione dei giovani. Ci è riuscito perfettamente.

In definitiva durante questo periodo, noi bambini e ragazzi siamo stati plagiati dal fascismo in ogni ordine di scuola, compresa l’università.

Non so se a Rodano già esistesse una scuola, forse solo la prime 3 classi delle elementari in un piccolo edificio e senza una palestra, ma certamente a cavallo degli anni 20/30 il “podestà” (così allora si chiamava il sindaco) aveva ottenuto il denaro per costruire l’edificio-scuola che è divenuto col tempo l’attuale municipio. Lo avevano costruito volutamente di una certa imponenza per l’epoca, con una grande palestra, vicino alla cascina di Lucino nei pressi della piazza che tutti conosciamo che tuttora ospita Casa Gola, la chiesa e l’allora municipio (di fronte a Casa Gola). Certamente i rodanesi avevano applaudito l’iniziativa.

L’edificio è in puro stile fascista con il balcone dal quale il podestà e i gerarchetti di turno tenevano i loro discorsi nello spazio antistante, nei giorni delle “adunate”ai “balilla” e alle “giovani italiane” per educarli a diventare fascisti perfetti.

L’edificio è semplice ma è certamente una testimonianza della storia del ventennio. Per numerosi Rodanesi è stato la loro scuola elementare prima che fosse costruita la nuova a Millepini e la media a Lucino.

E’ per questo che ritengo che il nostro municipio faccia parte della storia di Rodano, quindi del nostro “patrimonio storico” nell’ambito del paesaggio urbano. che, a mio parere, dobbiamo salvaguardare e mantenere restaurandolo intelligentemente.

Sarebbe anche una buona occasione per trasformare l’edificio, il primo fra quelli di proprietà comunale, con la massima efficienza energetica grazie ai finanziamenti che si possono ottenere dalla Commissione Europea che mette a disposizione fondi strutturali riservati a questo fine; e forse anche di parte dei 300 miliardi che la Commissione Europea sta per distribuire ai membri dell’UE.

La precedente amministrazione aveva ordinato a uno studio di architetti un progetto di un nuovo edificio (costoso e megalomane) che come ben sapete non è andato in porto.

Un architetto che oggi fa parte dell’attuale amministrazione aveva preparato un pre-progetto di fattibilità che prevedeva di conservare l’attuale edificio.

Speriamo che questa volta possa diventare una realtà migliorando l’area esterna, cioè allargando l’attuale piazza pedonale e dotandola del verde opportuno.

PS – dalla stessa volumetria si potrebbero ottenere numerosi vani utilizzabili per uso abitativo e/o sociale, grazie alla minore necessità di spazi ad uso amministrativo dovuta alle potenziali collaborazioni con altri comuni limitrofi.

Gennaro Aprea

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